Discussione:
Robert Faurisson sulla grande confessione di Auschwitz
(troppo vecchio per rispondere)
IL VANDEANO
2010-01-24 11:19:29 UTC
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From: Progetto Sociale
To: ***@yahoogroups.com
Sent: Saturday, January 23, 2010 2:33 PM
Subject: [fiamma] Fw: Robert Faurisson sulla grande confessione di Auschwitz






----- Original Message -----
From: N
Sent: Saturday, January 23, 2010 2:26 PM
Subject: Robert Faurisson sulla grande confessione di Auschwitz


Un pilastro dell'edificio olocaustico che è crollato; nonostante la gente si
ripeta <Ah ma i nazisti hanno confessato tutto a Norimberga!>.


[anche su
http://olo-dogma.myblog.it/archive/2010/01/22/come-i-britannici-hanno-ottenuto-le-confessioni-di-rudolf-ho1.html]






Robert FAURISSON
7 maggio 1987




Come i Britannici hanno ottenuto le confessioni di Rudolf Höss,


comandante di Auschwitz


Rudolf Höss fu il primo dei tre comandanti alternatisi al comando del campo
di concentramento di Auschwitz. Viene chiamato spesso "il comandante di
Auschwitz" ed il grande pubblico conosce di lui degli scritti che sono stati
pubblicati sotto il titolo Comandante ad Auschwitz: memoriale
autobiografico. Egli è comparso dinanzi al TMI (Tribunale Militare
Internazionale) in qualità di testimone, il 15 aprile 1946. La sua
deposizione fece sensazione. Sbalordendo gli accusati e alla presenza della
stampa del mondo intero, egli confessò i crimini più efferati che la Storia
abbia mai conosciuto. Disse di avere ricevuto personalmente l'ordine di
Himmler di sterminare gli ebrei. Egli stimava che ad Auschwitz fossero state
sterminate tre milioni di persone di cui due milioni e mezzo tramite camere
a gas omicide. Queste confessioni erano false. Gli erano state estorte con
la tortura. Si è dovuto attendere il 1983 per conoscere l'identità dei
torturatori, e la natura delle torture inflittegli.
Il nucleo stesso delle confessioni di Rudolf Höss è costituito da quattro
documenti che, in ordine cronologico, sono i seguenti:


1) Una deposizione scritta firmata il 14 marzo (o il 15 marzo?) del 1946
alle ore 2.30 del mattino: si tratta di un testo dattiloscritto di 8 pagine,
redatto in tedesco; io non credo che in tempi normali una sola corte
giudiziaria di un qualsiasi paese democratico accetterebbe di prendere in
considerazione queste pagine, prive d'ogni intestazione, di qualsiasi
referenza amministrativa stampata e formicolanti di correzioni diverse, sia
dattiloscritte che manoscritte, senza l'accompagnamento della minima nota, e
senza alcun pro-memoria finale relativo al numero di parole corrette o
soppresse. Höss ha firmato una prima volta dopo avere scritto: "14.3.46 ­-
2.30". Poi ha rifirmato dopo due righe che avrebbero dovuto essere
manoscritte, ma che invece sono dattilografate, e che dicono:
Ho letto il testo surriportato; io confermo che esso corrisponde alle mie
proprie dichiarazioni e che è la pura verità.


Seguono i nomi e le firme dei due testimoni: due sergenti britannici. Uno
non menziona la data mentre l'altro indica quella del 15 marzo. Viene infine
la firma di un capitano della 92° sezione di Sicurezza militare in campagna,
che certifica che i due sergenti sono stati presenti per tutta la durata
della procedura in cui il prigioniero Rudolf Höss ha reso volontariamente la
sua deposizione. La data à quella del 14 marzo 1946. Nulla indica il luogo!


Il numero di classificazione attribuito dagli Alleati a questo documento è
NO-1210.


2) Una dichiarazione fatta sotto giuramento (in inglese: affidavit) firmata
il 5 aprile 1946, vale a dire 22 giorni più tardi. Si tratta d'un testo
dattiloscritto di 2 pagine e mezza, redatte in inglese. Quest'ultimo punto è
sorprendente. Höss ha dunque qui firmato una dichiarazione giurata, non
nella sua lingua, ma in quella dei suoi carcerieri. La sua firma appare a
tre riprese: dapprima in calce alle due prime pagine, poi, nella terza ed
ultima pagina, dopo un testo di quattro righe, sempre in inglese, sempre
dattiloscritte, e che dicono:


Io capisco l'inglese, lingua in cui è redatto il testo sopra scritto. Ho
deposto secondo il vero; ho rilasciato questa dichiarazione volontariamente
e senza costrizioni; dopo avere riletto la mia deposizione, l'ho firmata e
certificata, a Norimberga, Germania, il 5° giorno d'aprile.
Segue la firma del tenente colonnello Smith W. Broockhart dopo la formula:


Dopo aver prestato giuramento e firmato in mia presenza, il 5° giorno dell'aprile
1946, a Norimberga, Germania.
Per quanto attiene alla forma, questo testo è, se possibile, ancor meno
accettabile del precedente. In particolare, delle intere righe sono state
aggiunte in lettere maiuscole manoscritte, alla maniera inglese mentre altre
sono state biffate da un tratto di penna. Non vi è alcuna sigla in margine a
queste correzioni, né nessun pro-memoria, alla fine del documento, sul
numero delle parole annullate.


Il numero di classificazione che gli Alleati hanno dato a questo documento è
PS-3868.


Per dissimulare il fatto che Höss aveva firmato una deposizione giurata che
era scritta in inglese mentre avrebbe dovuto essere nella sua lingua, vale a
dire in tedesco, e per far sparire le cancellature, le aggiunte e le
correzioni, ecco la soperchieria che è stata utilizzata a Norimberga: il
testo originale è stato ribattuto a macchina in bella copia, presentandolo
come una translation, sottinteso dal tedesco all'inglese! Ma il truffatore
andava troppo di fretta. Ha creduto che un'aggiunta manoscritta al paragrafo
10 (dovuta ad una mano inglese) fosse un'aggiunta alla fine del paragrafo 9.
Il risultato di questo fraintendimento è che la fine del paragrafo 9 è stata
resa totalmente incomprensibile.


Esistono perciò due documenti differenti posti sotto lo stesso numero
PS-3868: il documento firmato da Höss e il remake. È il remake, altrimenti
detto il falso grossolano, ad essere stato usato davanti al Tribunale di
Norimberga. Un'opera storica che pretende di riprodurre il documento PS-3868
di Höss, riprodurrà, infatti, il remake, ma sopprimendo senza dirlo la fine
del paragrafo 9, come pure l'intero paragrafo 10 [1].


3) La deposizione orale, così spettacolare, che ho già menzionato, e che
venne fatta davanti al Tribunale Militare Internazionale il 15 aprile 1946,
ovvero dieci giorni dopo la redazione del documento PS-3868.
Paradossalmente, fu un avvocato della difesa a richiedere la comparizione di
Höss: Kurt Kauffmann, difensore di Ernst Kaltenbrunner, con l'evidente
intenzione di dimostrare che il responsabile del presunto sterminio era
Himmler e non Kaltenbrunner. Quando venne il turno del rappresentante del
pubblico ministero (in quella circostanza, il procuratore aggiunto
americano, colonnello Harlan Amen) di interrogare Höss, egli finse di dare
letture della deposizione firmata da quest'ultimo e, in realtà, leggeva
degli estratti dal remake. Harlan Amen usò un pretesto per non leggere il
paragrafo 9 (e, allo stesso tempo, il paragrafo 8). Interrompendosi dopo la
lettura d'ogni frammento, egli chiedeva ad Höss se questo era quanto aveva
dichiarato. Ricevette in tutto e per tutto le seguenti risposte:


Jawohl. Jawohl. Jawohl. Ja, es stimmt. [Una risposta di due righe
(contenente una enormità, vale a dire che gli ebrei ungheresi sarebbero
stati uccisi ad Auschwitz a partire dal 1943, mentre il primo convoglio di
questi ebrei non vi era giunto che il 2 maggio del 1944).] Jawohl. Jawohl.
Jawohl. [Una risposta di una riga.] Jawohl. Jawohl[2].


Normalmente vi sarebbero state cento domande da porre su questo sterminio e
su queste camere a gas, vale a dire su un crimine e sullo strumento di un
crimine, senza precedenti nella Storia, ma nessuno fece quelle domande. In
particolare, il colonnello Amen non sollecitò nessuna precisazione e nessun
complemento di dettaglio, al testo veramente raccapricciante di cui quel
giorno dava lettura alla presenza dei giornalisti, che il giorno dopo,
avrebbero fatto i titoli cubitali dei loro giornali.


4) I testi raggruppati in genere sotto il titolo Comandante ad Auschwitz.


Höss avrebbe scritto questi testi a matita sotto la sorveglianza dei suoi
carcerieri comunisti polacchi, nel suo carcere di Cracovia, mentre era in
attesa del suo processo. Fu condannato a morte il 2 aprile 1947 ed impiccato
14 giorni dopo nel campo di concentramento di Auschwitz. Si è dovuto
attendere il 1958, vale a dire 11 anni, per veder pubblicare in tedesco ciò
che si può chiamare le sue memorie. La pubblicazione venne fatta dallo
storico tedesco Martin Broszat senza alcun rispetto per i metodi di routine
nelle pubblicazioni scientifiche. Broszat è giunto a sopprimere dei
frammenti che avrebbero fatto troppo chiaramente apparire che Höss o i suoi
padroni polacchi avevano proferito delle enormità, il che era dannoso per la
veridicità dell'insieme dei suoi racconti.
I quattro documenti che ho appena enumerato stanno in uno stretto rapporto
di filiazione. Osservandoli da vicino, non mancano le contraddizioni nei
loro rispettivi contenuti, ma, per l'essenziale, essi si confermano. Le otto
pagine del NO-1210 sono in un certo senso riassunte nelle 2 pagine e quarto
del PS-3868; quest'ultimo ha servito come documento centrale nella
deposizione orale davanti al Tribunale Militare Internazionale; infine, le
memorie scritte a Cracovia coronano il tutto. La base e la matrice sono
dunque il documento NO-1210. Ne riparlerò.


Rivelazioni di Höss in Polonia, sulla sua prima confessione


(doc. NO-1210 del 14 o 15 marzo 1946)


In Germania la guerra finì l'8 maggio del 1945. Höss cadde nelle mani dei
Britannici, che lo imprigionarono in un campo per SS. Nella sua qualità di
agronomo professionista, egli ottenne una liberazione anticipata. I suoi
guardiani ignoravano in quel momento l'importanza della loro preda. Un
ufficio del lavoro lo collocò come operaio agricolo in una fattoria vicina a
Flensburg, non lontano dalla frontiera con la Danimarca. Vi restò otto mesi.
La polizia militare lxo ricercava. La sua famiglia, con cui la quale era
riuscito a mantenere il contatto, era strettamente sorvegliata e sottoposta
a frequenti perquisizioni. Nelle sue memorie Höss racconta le circostanze
del suo arresto e ciò che ne seguì. Il trattamento che egli subì fu
particolarmente brutale. A prima vista ci si meraviglia che i Polacchi
abbiano permesso ad Höss di fare queste rivelazioni sulla polizia militare
britannica. Ma riflettendo, si scopre che essi hanno potuto essere guidati
da più d'uno dei seguenti motivi:
- il desiderio di dare a questa confessione un'apparenza di sincerità e
veracità;


- l'intenzione di provocare, nel lettore, una comparazione, vantaggiosa per
i comunisti polacchi, tra i loro metodi e quelli britannici; Höss dirà, in
effetti, più tardi che, nella prima parte della sua detenzione a Cracovia, i
suoi carcerieri mancò poco lo "finissero" fisicamente e soprattutto
moralmente ma che, in seguito, lo trattarono "con tanta comprensione e una
tale umanità" che egli acconsentì a scrivere le proprie memorie;


- la necessità di fornire una spiegazione a certe assurdità contenute nel
testo (NO-1210) che i poliziotti britannici avevano fatto firmare ad Höss,
una delle quali consisteva nell'avere inventato l'esistenza di un "campo di
sterminio" in un luogo che non è mai esistito su alcuna carta geografica
della Polonia: "Wolzek presso Lublin"; la confusione con Belzec non è
ravvisabile poiché Höss parla anche di ben tre campi: "Belzek (sic)",
"Tublinka (sic)" e "Wolzek presso Lublino". Più oltre, Treblinka verrà
scritta con la corretta grafia. Notiamo, di passaggio, che i campi di Belzec
e Treblinka non esistevano ancora all'epoca (giugno 1941) in cui Himmler,
secondo Höss, gli avrebbe detto che essi già funzionavano come "campi di
sterminio".
Ecco in quali termini Höss racconta in seguito il suo arresto da parte dei
Britannici, la sua firma del documento che diverrà il NO-1210, il suo
trasferimento a Minden am Weser dove il trattamento che egli subì fu ancora
peggiore, il suo soggiorno nella prigione del tribunale di Norimberga e,
infine, la sua estradizione in Polonia.


L'11 marzo del 1946, alle ore 23, vennero ad arrestarmi.


Due giorni prima di questa data, la mia fiala di veleno s'era rotta.
Svegliato di soprassalto, pensai d'essere stato attaccato dagli
scassinatori, che erano allora molto numerosi nella regione; non fecero
dunque nessuna fatica ad arrestarmi. Il trattamento che io subì da parte
della Field Security Police non fu affatto particolarmente clemente.


Mi portarono a Heide e mi ritrovai per caso nella stessa caserma da cui gli
Inglesi m'avevano liberato otto mesi prima.


Il mio primo interrogatorio fu "toccante" nel senso esatto del termine. Ho
firmato il processo verbale, ma ignoro cosa esso contenesse: l'alternanza
dell'alcool e del frustino era troppo intensa, anche per me. Il frustino era
di mia personale proprietà: esso si trovava per caso nei bagagli di mia
moglie. Non credo di aver colpito con esso il mio cavallo, e di certo non i
detenuti. Ma l'uomo che mi interrogava pensava probabilmente che me ne
servissi per colpire i prigionieri per giornate intere.


In capo ad alcuni giorni, fui condotto a Minden am Weser, centro degli
interrogatori della zona inglese. Là ho subito un trattamento ancora più
brutale da parte del procuratore militare, un comandante inglese. Il regime
del carcere in cui mi vidi rinchiuso corrispondeva al suo atteggiamento.
Alla fine di tre settimane, fui bruscamente condotto dal barbiere che mi
rasò la barba e mi tagliò i capelli; mi si autorizzava anche a lavarmi. Dal
mio arresto era la prima volta che mi levavano le manette.


Il giorno seguente, fui portato in una vettura speciale a Norimberga, in
compagnia d'un prigioniero di guerra che era stato portato da Londra come
testimone a discarico per Fritzsche [3]. Dopo le mie esperienze precedenti,
il mio soggiorno nella casa di pena mi fece l'effetto d'una cura in
sanatorio. Mi trovavo nello stesso padiglione dei principali accusati e li
potevo vedere costantemente quando li conducevano in tribunale. Dei
rappresentanti di tutti i paesi alleati venivano quasi tutti i giorni a fare
un giro nella nostra prigione: ogni volta mi si mostrava come una "bestia
feroce" particolarmente curiosa.


Mi si era fatto venire a Norimberga come testimone a discarico di
Kaltenbrunner, su richiesta del suo difensore. Fino ad oggi, non sono mai
riuscito a capire perché fra tutti gli altri, abbiano scelto proprio me per
questo ruolo.


Le condizioni del mio soggiorno erano eccellenti sotto tutti gli aspetti:
disponevamo di una grande biblioteca e potevo impiegare nella lettura tutto
il mio tempo. Ma gli interrogatori erano davvero molto penosi: non mi s'infliggevano
sevizie, ma la pressione morale era assai dura da sopportare. Non posso
volerne ai miei giudici: essi erano tutti ebrei.


Sono questi ebrei desiderosi di sapere tutto che mi hanno disseccato
psicologicamente. Essi non lasciavano sussistere alcun dubbio sulla sorte
che ci attendeva.
Il 25 maggio, anniversario del mio matrimonio, fui condotto con Bihler [sic
per Bühler] e von Burgsdorf all'aerodromo dove mi si riconsegnò a degli
ufficiali polacchi. Un aereo US ci trasportò, via Berlino, a Varsavia [4].


Rivelazioni, nel 1983,
sui torturatori britannici di R. Höss


I revisionisti hanno dimostrato, da parecchio tempo, che le diverse
confessioni di Rudolf Höss presentano errori così grossolani, delle
insensatezze e delle impossibilità d'ogni natura, tali che non è più
possibile accordare loro il credito che i giudici di Norimberga e quelli di
Cracovia, come pure degli storici d'accatto, avevano loro concesso, senza
una preventiva analisi del loro contenuto e delle circostanze in cui queste
confessioni erano state ottenute.


Secondo ogni verosimiglianza, Höss era stato torturato da dei britannici
della 92a Field Security Section. Ma occorreva una conferma a questa
ipotesi. La conferma venne con la pubblicazione di un libro inglese che
conteneva il nome del principale torturatore (un sergente britannico d'origine
ebraica), e che descriveva le circostanze dell'arresto di R. Höss ed anche
quelle del suo interrogatorio di terzo grado.


Il libro è di Rupert Butler. È stato pubblicato nel 1983 (Hamlyn
Paperbacks). R. Butler è l'autore di altre tre opere: The Black Angels, Hand
of Steel e Gestapo, pubblicati presso lo stesso editore. Il libro che ci
interessa è intitolato Legions of Death. La sua ispirazione è antinazista.
Butler dice che, per questo libro, ha compiuto delle ricerche presso l'Imperial
War Museum di Londra, l'Institute for Contemporary History (Wiener Library)
ed altre istituzioni altrettanto prestigiose. All'inizio del suo libro, egli
esprime la sua gratitudine a queste istituzioni e, inoltre, a due persone,
una delle quali è un "ebreo" di nome Bernard Clarke "che catturò Rudolf
Höss, il comandante di Auschwitz" e di cui egli cita alcuni frammenti degli
scritti od anche delle dichiarazioni registrate.


Bernard Clarke non prova alcun rimorso ma, al contrario, prova una certa
orgogliosa fierezza d'avere torturato un "nazista". Rupert Butler, nemmeno
lui, vede in ciò alcun male. Né l'uno né l'altro misurano l'importanza delle
loro rivelazioni. Nessuno di loro capisce l'importanza delle proprie
rivelazioni. Essi dicono che Höss è stato arrestato l'11 marzo del 1946 e
che ci sono voluti tre giorni di torture per ottenere "una dichiarazione
coerente". Essi non si rendono affatto conto che questa pretesa
"dichiarazione coerente" non è altro che la confessione, davvero folle, che
è stata firmata dalla loro vittima ansimante, il 14 o il 15 marzo del 1946
alle ore 2 e 30 del mattino e che andava a sigillare definitivamente la
sorte di Höss ed a segnare per sempre la storia del mito di Auschwitz,
preteso luogo alto dello sterminio degli ebrei, in particolare grazie all'impiego
delle altrettanto pretese camere a gas omicide.


L'11 marzo 1946, B. Clarke e cinque altri specialisti dell'informazione, in
uniforme britannica, per la maggior parte d'alta statura e aspetto
minaccioso, penetrarono nel domicilio della Signora Höss e dei suoi bambini.
I sei uomini, ci viene detto, sono tutti "esperti nelle più sofisticate
tecniche di inquisizione in interrogatori sostenuti e spietati". Clarke si
mise ad urlare:


Se non ci dite dov'è [vostro marito], vi consegneremo ai Russi che vi
sbatteranno davanti ad un plotone di esecuzione, e vostro figlio andrà in
Siberia [5].
La S.ra Höss cedette e rivelò, dice Clarke, l'ubicazione della fattoria dove
suo marito era nascosto. Essa rivelò anche il suo falso nome: Franz Lang. E
Clarke aggiunge:


Una appropriata intimidazione esercitata sul figlio e sulla figlia
produssero delle informazioni identiche.
Il sergente ebreo e i cinque altri specialisti nell'interrogatori di terzo
grado partirono allora alla ricerca di R. Höss, che sorpresero in piena
notte, nascosto in un angolo della stanza che serviva da macello alla
fattoria.


Höss lanciò un grido alla semplice vista delle uniformi britanniche. Clarke
urlò: "Il tuo nome?"


Ogni volta che la risposta era "Franz Lang", Clarke colpiva con un pugno la
faccia del prigioniero. Al quarto colpo Höss crollò e disse chi era.
Immediatamente, questa confessione scatenò il disgusto dei sergenti ebrei
venuti ad arrestarlo, i cui parenti erano morti ad Auschwitz in virtù d'un
ordine firmato da Höss. Il prigioniero fu tirato giù dalla sua cuccetta e il
pigiama gli venne strappato di dosso. Poi venne trascinato nudo verso una
dei banchi da macello e là Clarke credette che colpi e grida non avrebbero
avuto fine.


In fin dei conti, l'ufficiale sanitario intervenne con insistenza presso il
capitano: "Dite loro di fermarsi, o riporterete indietro un cadavere." Una
coperta fu gettata su Höss, che fu trascinato verso la vettura di Clarke,
dove quest'ultimo gli versò nella gola una buona quantità di whisky. Allora
Höss tentava d'addormentarsi, ma Clarke gli ficcò il proprio bastone di
comando sotto le palpebre e gli ordinò in tedesco: "Tieni aperti i tuoi
occhi di maiale, specie di porco!"
Poi, per la prima volta, Höss presenta una giustificazione che dovrà poi
ripetere spesso: "Io ricevevo i miei ordini da Himmler. Io sono un soldato
come voi. Bisognava obbedire agli ordini."


Il gruppo fu di ritorno a Heide attorno alle tre del mattino. La neve stava
ancora turbinando, ma ad Höss venne strappata di dosso la coperta, ed egli
dovette attraversare completamente nudo il cortile della prigione, fino alla
sua cella.


È così che Bernard Clarke rivela:


Ci sono voluti tre giorni per ottenere [da Höss] una dichiarazione coerente.


È questa dichiarazione, ottenuta nelle condizioni già viste da alcuni bruti
della Sicurezza militare britannica e sotto l'ispirazione del cervello
malato del sergente interprete Bernard Clarke, che diverrà la prima
confessione di Höss, la confessione primordiale repertoriata con il numero
NO-1210. Una volta che il prigioniero torturato incominciò a parlare, Clarke
dice che gli fu impossibile di fermarlo. E Clarke, non più consapevole nel
1982 o 1983 che in quei giorni del 1946 dell'enormità di ciò che egli ha
forzato Höss a confessare, riporta allora una serie di orrori fittizi
presentati qui come reali: Höss si mise in effetti a raccontare come, avendo
dato fuoco ai mucchi di cadaveri, si raccoglieva (sic) il grasso che ne
colava per riversarlo sui cadaveri (!). Egli valutava a due milioni il
numero dei morti del solo lasso di tempo in cui egli era stato ad Auschwitz
(!); le uccisioni raggiungendo perfino il numero di dieci mila vittime al
giorno (!).


Clarke era incaricato della censura delle lettere indirizzate da Höss alla
moglie e ai suoi bambini. Tutte le polizie del mondo sanno che questa
autorizzazione di scrivere alla famiglia costituisce un'arma psicologica.
Per far cantare il prigioniero talvolta è sufficiente sospendere o
sopprimere questa autorizzazione. Clarke fa un'interessante osservazione sul
contenuto delle lettere di Höss; ci confida:


Talvolta il boccone era duro da ingoiare. C'erano due uomini in quest'uomo.
Uno era brutale e privo di riguardi per la vita umana. L'altro era tenero ed
affettuoso [6].


Rupert Butler termina il suo racconto dicendo che Höss non cercò più di
negare o di sfuggire alle sue responsabilità. Sta di fatto che al processo
di Norimberga Höss si comportò con un'"apatia schizoide". L'espressione è
dell'ebreo americano G. M. Gilbert, lo psicologo della prigione incaricato
della sorveglianza psicologica dei prigionieri, in relazione con il pubblico
ministero americano. Si è ben disposti a credere che R. Höss fosse "scisso
in due"! Aveva l'aria di uno straccio perchè lo si era reso uno straccio.
"Apatico", dice Gilbert alla pagina 229 del suo libro (Nuremberg Diary,
1947); "apatico", ripete alla pagina seguente; "apatia schizoide", scrive a
pag. 239.


Al termine del suo stesso processo, a Cracovia, Höss accolse la sentenza di
morte con apparente indifferenza. Rupert Butler osserva a questo proposito:
[Höss] s'era fatta l'opinione che gli Alleati avevano ricevuto degli ordini
e che non si poneva assolutamente in questione che questi ordini non
venissero eseguiti [7].
Non si saprebbe dire meglio. R. Höss, al pari di migliaia di accusati
tedeschi consegnati alla mercé di vincitori totalmente convinti del proprio
buon diritto, aveva velocemente compreso che non vi era altra scelta che di
sottostare alla volontà di questi giustizieri dell'Ovest o dell'Est.


Butler evoca in seguito rapidamente il caso di Hans Frank, anziano
governatore di Polonia. Con lo stesso tono di soddisfazione morale, egli
racconta le circostanze della cattura di costui ed il trattamento da lui
subito.


La celebrità del personaggio non fu d'alcun effetto sui due GI di colore che
l'arrestarono e fecero il necessario perché fosse trasferito alla prigione
municipale di Miesbach solo dopo essere stato picchiato selvaggiamente e poi
gettato in un camion. Gli avevano gettato addosso una tela catramata, per
nascondere le tracce più evidenti del trattamento che aveva subìto; Frank
approfittò di questa copertura per recidersi l'arteria del braccio sinistro.
Non si poneva certo la questione di lasciare che se la cavasse tanto
facilmente: un ufficiale sanitario dell'esercito americano gli salvò la vita
e Frank poté comparire dinnanzi al Tribunale Militare Internazionale di
Norimberga [8].


Hans Frank, come si sa, venne impiccato.


Rudolf Höss e Hans Frank non furono affatto i soli a subire dei trattamenti
del genere. Tra i casi più celebri si conoscono quelli di Julius Streicher,
di Hans Fritzsche, di Franz Ziereis, di Josef Kramer, di Oswald Pohl...


Ma il caso di Höss è, di gran lunga, il più grave per le sue conseguenze.
Nessun documento prova, da parte dei Tedeschi, una politica di sterminio
degli ebrei. Leon Poliakov ne convenne fin dal 1951:


Per quel che concerne la concezione propriamente detta d'un piano di
sterminio totale, i tre o quattro attori principali si sono suicidati nel
maggio del 1945. Non è rimasto nessun documento, e può darsi che non sia mai
esistito [9].


In assenza di qualsiasi documento, gli storici alla Poliakov si sono rivolti
principalmente su delle confessioni dubbie come quelle di Kurt Gerstein o di
Rudolf Höss, non senza modificarne i testi secondo quanto loro conveniva.


Bernard Clarke è "oggi un prospero uomo d'affari stabilitosi nel sud dell'Inghilterra".
Si può ben dire che è la sua voce, e il suo spirito malato, che si sono
fatti sentire a Norimberga, il 15 aprile del 1946, quando il procuratore
Amen diede lettura, frammento per frammento, ad un uditorio stupefatto e
costernato, della pretesa confessione di R. Höss. Quel giorno prendeva
davvero il volo una menzogna di dimensioni planetarie: la menzogna di
Auschwitz. All'origine di questo prodigioso affare mediatico: alcuni
sergenti ebrei della Sicurezza Militare Britannica, fra cui Bernard Clarke,
"oggi un prospero uomo d'affari stabilitosi nel sud dell'Inghilterra [10]".


La Testimonianza di Moritz von Schirmeister


Moritz von Schirmeister era stato, durante la guerra, il consigliere ed
addetto stampa personale di Joseph Goebbels. Il 29 giugno del 1946 venne
interrogato dinanzi al Tribunale Militare Internazionale in qualità di
testimone a discarico di Hans Fritzsche. La sua deposizione fu
particolarmente interessante per quel che concerneva la vera personalità del
Dr Goebbels e l'atteggiamento dei servizi ufficiali tedeschi di fronte all'ondata
di racconti d'atrocità riversata dagli Alleati sul conto dei campi di
concentramento. Alla fine della guerra, Moritz von Schirmeister era stato
arrestato dai Britannici ed internato in Inghilterra in un campo in cui era
stato incaricato della "rieducazione" politica dei suoi camerati
prigionieri. Per venire a testimoniare a Norimberga, fu dapprima trasferito
in aereo da Londra in Germania. Venne posto sotto custodia a Minden am
Weser, che era il centro principale degli interrogatori della Polizia
militare britannica. Di là fu condotto in vettura (31 marzo - 1° aprile
1946) alla prigione di Norimberga. Nella stessa vettura si trovava R. Höss.
Moritz von Schirmeister è precisamente quel "prigioniero di guerra che era
stato portato da Londra come testimone a discarico di Fritzsche", di cui
parla Höss nelle sue "memorie" (vedi sopra). Grazie ad un documento che
debbo alla compiacenza dell'Americano Mark Weber, che me ne ha rimesso copia
nel settembre 1983 a Washington, documento di cui non sono ancora
autorizzato a rivelare la fonte esatta, noi sappiamo che i due Tedeschi
poterono conversare liberamente nella vettura che li portava a Norimberga.
In questo documento, di un po' più di due pagine, Moritz von Schirmeister
riporta che a proposito delle accuse che pesavano su di lui R. Höss gli
confidò:


Gewiss, ich habe unterschrieben, daß ich 2 œ Millionen Juden umgebracht
habe. Aber ich hatte genausogut unterschrieben, daß es 5 Millionen Juden
gewesen sind. Es gibt eben Methoden, mit denen man jedes Gestandnis
erreichen kann - ob es nun wahr ist oder nicht [11].


Un'altra confessione firmata da R. Höss


I torturatori britannici di R. Höss non avevano alcuna ragione di
scomodarsi. Dopo avergli fatto firmare il documento NO-1210 alle 2 e 30 del
mattino del 14 o del 15 marzo 1946, ottennero da lui una nuova firma il 16
marzo, questa volta in calce ad un testo in inglese, redatto dalla mano d'un
Inglese, con uno spazio bianco là dove avrebbe dovuto figurare il nome del
luogo. Ci voleva tutto il cinismo, l'incoscienza e la scaltrezza ingenua dei
suoi carcerieri per fargli firmare un semplice biglietto in cui si leggeva
in inglese:


Dichiarazione resa volontariamente alla prigione di [passaggio in bianco] da
Rudolf Höss, già comandante del campo di concentramento di Auschwitz il 16°
giorno di marzo 1946.


"Io ho personalmente organizzato su ordini ricevuti da Himmler nel maggio
1941 la gasazione di due milioni di persone tra giugno-luglio 1941 e la fine
del 1943, tempo durante il quale sono stato comandante di Auschwitz."


Firmato:


Rudolf Höss,
SS-Stubhr.
Anziano Kdt. di Auschwitz-Birkenau
Anche la parola signed ("firmato") è stata scritta da una mano inglese.



­- Conclusione -
La "testimonianza" di Rudolf Höss è stata d'una importanza primordiale per
gli storici che stanno difendendo la tesi dello sterminio degli ebrei e dell'esistenza,
ad Auschwitz, di camere a gas omicide. Con la pubblicazione di Legions of
Death da parte di Rupert Butler, questa "testimonianza" si inabissa
definitivamente. Come dicevano gli storici revisionisti, Rudolf Höss ha
reso questa testimonianza sotto tortura. L'ironia vuole che questa conferma
della tesi revisionista sia stata apportata involontariamente da uno storico
sterminazionista. Quest'ultimo certamente non sospettava l'importanza della
sua scoperta, che è venuta a corroborare nell'ottobre 1986 una trasmissione
televisiva britannica: Secret Hunters. (Vedi Mike Mason, "In a cell with a
Nazi war criminal - We kept him awake until he confessed" [In cella con un
criminale di guerra nazista - Noi l'abbiamo tenuto sveglio finché ha
confessato], articolo nel giornale gallese Wrexam Leader, 17 ottobre 1986.
[12])
Note






[1] Vedi Henri Monneray, La Persécution des Juifs dans les pays de l'Est
presentée à Nuremberg, Parigi, Editions du Centre de documentation juive,
1949, pp. 159-162.

[2] IMG, XI, pp. 457-461.

[3] Hans Fritzsche, incaricato della radio e della stampa al ministero dell'Educazione
e della Propaganda dal 1938, assolto a Norimberga.

[4] Rudolf Höss, Comandante ad Auschwitz (qui, dall'edizione francese: Le
Commandant d'Auschwitz parle, Julliard [1959], 1970, pp. 248-250).

[5] R. Butler, Legions of Death, p. 235.

[6] Id., p. 238.

[7] Id., p. 238.

[8] Id., p. 238-239.

[9] L. Poliakov, Bréviaire de la haine : Le IIIe Reich et les juifs,
Calmann-Levy, 1951, p. 171.

[10] R. Butler, op. cit., p. 235.

[11] "Certamente, ho firmato che avevo ucciso due milioni e mezzo di ebrei.
Ma avrei potuto firmare anche benissimo che erano stati cinque milioni. Vi
sono appunto dei metodi per ottenere qualsiasi confessione - vera o meno che
sia."

[12] Ecco un estratto dell'articolo in cui Ken Jones, soldato del Quinto
Artiglieria Reale a Cavallo stanziato a Heide nello Schleswig-Holstein all'epoca,
parlò di Höss [Nota del traduttore]:

"Lo portarono da noi quando rifiutava di rispondere alle domande sulla sua
attività durante la guerra. Arrivò nell'inverno 1945-1946 e fu messo in una
piccola cella nelle baracche", si ricorda Sr Jones. Altri due soldati furono
assegnati con Sr Jones per unirsi a Höss in modo di aiutare a stremarlo per
l'interrogatorio. "Sedevamo in cella con lui, notte e giorno, armati con dei
manici d'asce. Il nostro compito era quello di pungolarlo ogni volta che si
addormentava per esaurirlo, fiaccare la sua resistenza". Quando lo facevano
uscire per esercizi, gli fu consentito di indossare, nel gran freddo, solo
dei jeans ed una sottile camicia di cotone. Dopo tre giorni e tre notti
senza sonno, Höss finalmente crollò e rese una piena confessione alle
autorità.
IL VANDEANO
2010-01-24 11:28:19 UTC
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Codivido pienamemte il testo che ho postato, perché si faccia una
soriografia seria e veritiera senza dogmi giudaico-massonici !


Succi Leonelli Marco (IL VANDEANO)
errico
2010-01-25 15:25:51 UTC
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Post by IL VANDEANO
Codivido pienamemte il testo che ho postato, perché si faccia una
soriografia seria e veritiera senza dogmi giudaico-massonici !
Succi Leonelli Marco (IL VANDEANO)
Bravo allora mentre tu e Faurisson pensate ad una "soriografia" seria,
beccatevi questo regalino che di massonico e dogmatico non ha nulla, ma di
"giudaico" ha tutto ...


Ti piace eeeeehhhhhh? AAAAUUUUUUUUUUHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Saluti anarchici!

Errico

PS: In Palestina ed Israele come nel resto del mondo gli anarchici danno
battaglia per la libertà di tutti i popoli

http://www.awalls.org/
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ABCDE
2010-01-25 16:56:20 UTC
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Post by errico
Ti piace eeeeehhhhhh? AAAAUUUUUUUUUUHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Che spettacolo per me che del culo son cultore!!>
Post by errico
Saluti anarchici!
errico
2010-01-26 16:14:22 UTC
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Invece il Vandy Mandy Candy Candy ... Kunta Kinte, Kunta Bal' si interessa
solo alle cazzate: per l'ennesima volta ha dato le dimissioni
dall'ennesimo partito. Guardate qui:
http://www.nonsolonews.it/thread-924-0-3215-99/fw-dimissioni-dal-movimento-social.htm

A presto la fondazione del partito vandeano?

Saluti anarchici!

Errico
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ABCDE
2010-01-27 10:18:09 UTC
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Post by errico
Invece il Vandy Mandy Candy Candy ... Kunta Kinte, Kunta Bal' si interessa
solo alle cazzate: per l'ennesima volta ha dato le dimissioni
http://www.nonsolonews.it/thread-924-0-3215-99/fw-dimissioni-dal-movimento-social.htm
A presto la fondazione del partito vandeano?
Il troll vandeano mi sta dando molte soddisfazioni.
Son + di 13 anni che frequento i newsgroup ma un tale masochista non l'avevo
ancora notato.
Le incredibili foto del forzanovista obeso, l'idraulico comunista che gli
tromba la donna che gli da dello sfigato, la marocchina che gli spilla
soldi.....mi par di sparare sulla croce rossa!
Post by errico
Saluti anarchici!
Sempre graditi e ricambio ciao!
errico
2010-01-27 17:49:25 UTC
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Post by ABCDE
Il troll vandeano mi sta dando molte soddisfazioni.
Son + di 13 anni che frequento i newsgroup ma un tale masochista non l'avevo
ancora notato.
Masochista forse, troll non direi: il troll si insinua tanto per rompere
le balle, lui invece è convinto di ciò che dice.
Post by ABCDE
Le incredibili foto del forzanovista obeso, l'idraulico comunista che gli
tromba la donna che gli da dello sfigato, la marocchina che gli spilla
soldi.....mi par di sparare sulla croce rossa!
Effettivamente.
Post by ABCDE
Post by errico
Saluti anarchici!
Sempre graditi e ricambio ciao!
Ciao!

Errico

"L’Anarchia, al pari del socialismo, ha per base, per punto di partenza,
per ambiente necessario, l’eguaglianza di condizioni; ha per faro la
solidarietà; e per metodo la libertà." Errico Malatesta
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Aldo Busi
2010-01-25 16:21:52 UTC
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Post by IL VANDEANO
Codivido pienamemte il testo che ho postato, perché si faccia una
soriografia seria e veritiera senza dogmi giudaico-massonici !
Succi Leonelli Marco (IL VANDEANO)
mmentre fate la storiografia "seria" dal momento che siete cultori dello
spiritismo prova ad evocare lo spirito di coloro che appaiono in questo
filmatino. (Sprand che almen iv possa tirar i piè)
Naturalmente le foto sono sicuramente manipolate da bande di
giudaico/massoni sodimiti
A proposito non dimenticate....date caso mai la colpa a me di quanto
accaduto nelle vostre colonie balneari o montane




errico
2010-01-25 16:43:12 UTC
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Attento Aldo si potrebbe incazzare ...

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Aldo Busi
2010-02-04 12:42:54 UTC
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Post by Aldo Busi
Post by IL VANDEANO
Codivido pienamemte il testo che ho postato, perché si faccia una
soriografia seria e veritiera senza dogmi giudaico-massonici !
Succi Leonelli Marco (IL VANDEANO)
mmentre fate la storiografia "seria" dal momento che siete cultori dello
spiritismo prova ad evocare lo spirito di coloro che appaiono in questo
filmatino. (Sprand che almen iv possa tirar i piè)
Naturalmente le foto sono sicuramente manipolate da bande di
giudaico/massoni sodimiti
A proposito non dimenticate....date caso mai la colpa a me di quanto
accaduto nelle vostre colonie balneari o montane
http://youtu.be/pfn-G_AjvlQ
http://youtu.be/884G1WlJEQ0
e.c.

Sodomiti non sodimiti

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